Ricordo da bambino riuscivo a stare fermo per ore ad osservare le formiche e il loro movimento frenetico e silenzioso, che ogni tanto mi divertivo a scompigliare, tanto poi tutto ricominciava.

Poi crescendo ho cominciato ad avere sempre meno tempo per osservare, preso dai miei obiettivi personali, andare bene a scuola, laurearmi, trovare un lavoro rispettabile, guadagnare…e piano piano la formica sono diventato io, freneticamente proiettato verso un obiettivo che in fondo non era mai stato veramente mio e che non era mai sufficiente a provare quanto valevo.

Mia era la volontà di fare la differenza in questa vita, essendo veramente me stesso.

Ho capito piano piano che la differenza la potevo fare ancora, prima di tutto riconoscendo i meccanismi nei quali mi trovavo impigliato, smettendo di consegnare la mia identità e il mio valore a graduatorie esterne che qualcun altro aveva stabilito.

Confesso di essere passato per una rabbia iniziale, la rabbia di chi crede che non sia concesso di essere veramente sé stessi in questo mondo, troppo rischioso…

Poi però piano piano, grazie ad un percorso di consapevolezza, ho ricominciato a scoprire chi ero io veramente e quanto spazio e quante possibilità mi erano concesse in realtà in questa vita, che prima ignoravo. Il mio sguardo è diventato via via più attento e perspicace.

E’ stato un percorso che è partito dall’interno e che mi ha portato a cambiare l’esterno.

Una piccola scelta coraggiosa dopo l’altra, la vita mi ha dato piccoli riscontri, piccole gioie e si è aperta infine la porta della prigione nella quale mi sentivo intrappolato.

Gaetano